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SOUVENIRS

23/7/2015

6 Commenti

 
L’esperienza del viaggio acquista un significato magico durante il transito e nel suo prolungamento, il ritorno, quando i filmati, le fotografie e i souvenirs diventano un pretesto per raccontare se stessi e l’esperienza vissuta Altrove. 
Il souvenir, spesso grottesca paccottiglia, è un vero e proprio messaggero, un oggetto con origini antiche e motivazioni psicologiche profonde che ne guidano l’acquisto. È un oggetto di transito, che permette il passaggio dall’esperienza vissuta alla realtà del ritorno, resa meno traumatica dalla presenza di un oggetto che, concentrando i significati, ha la straordinaria capacità di risvegliare il ricordo di emozioni già lontane. 
L’andare non basta dunque; il rimpatrio deve essere accompagnato da un oggetto o addirittura una prova sulla pelle dell’avventura: il volto abbronzato diventa un trofeo da esibire, così come lo erano le decalcomanie devozionali con cui venivano marchiati i pellegrini a Loreto. 


Il souvenir è un premio, ossia un testimone di vittoria.

Etimologicamente “souvenir”, di accezione francese, deriva dal latino subvenire, che in forma transitiva significa “accorrere in aiuto”; lo stesso verbo, ma in forma intransitiva, significa invece “tornare alla mente”, “venire alla memoria”, “ricordarsi”.

Il turista acquista per poter vivere l’esperienza del consumo, per possedere una parte “in condensato” di ciò che si è vissuto durante la vacanza, per rinnovare le sensazioni e i ricordi anche dopo il rientro. Sono tappe di un percorso: le video riprese così come le fotografie, portano con sé il valore dimostrativo di essere stati in un luogo e di averne goduto; le fotografie dimostrano indiscutibilmente che il viaggio è stato fatto, che il programma è stato attuato, che il divertimento è stato raggiunto.

Ma sarebbe sbagliato pensare che il souvenir abbia una valenza solo per chi lo acquista; se ciò fosse vero, non si spiegherebbe l’esistenza di migliaia di gift shops, ossia “negozi di regali”. Il souvenir è anche un dono. Marcel Mauss, nel suo celebre saggio scritto nel 1923, sostiene che nell’oggetto donato rimane sempre qualcosa del donatore, un potere magico che i Maori chiamano “hau”, uno spirito che aleggia e impregna l’oggetto regalato e che farebbe scaturire nel ricevente l’obbligo di contraccambiare.

Il souvenir è un presente che giustifica l’assente. 

La sua funzione è quella di “sovvenire”, quindi non ci si aspetti che abbia anche una valenza pratica, come ci dimostra la scrittrice umorista americana Erma Bombeck, la quale rivendica il diritto e il piacere di comprare assurda paccottiglia: “Per me comprare souvenirs è una delle grandi gioie del viaggio. Ho acquistato portachiavi di peli di cinghiale, orrende magliette con la scritta “Sono andato in Nuova Guinea e nessuno mi ha mangiato”, fermacarte di vetro con dentro il mostro di Loch Ness e una banda musicale di rane di cera messicana dalla sguardo atterrito. Senza contare le candele a forma di eschimese con lo stoppino sulla testa e le federe con i volti dei fratelli Kennedy fosforescenti. Quando, aprendo un cassetto, mi capita sotto gli occhi un apribottiglie con una minuscola foto del Vesuvio sull’impugnatura, subito vengo assalita dai ricordi e mi rendo conto che quello è stato denaro speso bene”. 
Estratto della mia tesi di laurea "Considerazioni sulla psicologia del consumo turistico".
6 Commenti
Manu
25/7/2015 04:24:52 am

Leggerti è bellissimo! E mi piacerebbe tanto un giorno poterti trovare sugli scaffali delle librerie!

Risposta
Raffaella
25/7/2015 10:27:30 am

Grazie Manu :-)! Ho scritto talmente tanta roba, di viaggi (anche interiori!) che potrei veramente ...scrivere un libro! Penso sia il sogno di molti, se mi farai da Editor ....c'è buona speranza che il sogno si avveri! Affare fatto?

Risposta
manu
25/7/2015 06:13:19 pm

AFFARE FATTO!!!! Ci sto! Sono sicurissima che farti da Editor sarebbe un ottimo investimento!
Ps.... se la tua tesi è tutta così la voglio leggere al più presto!

Fabio
25/7/2015 09:21:16 am

In casa mia esiste la mensola degli orrori... i peggiori souvenir dai migliori posti che ho visitato! La gara a fare di peggio tra me e mia sorella è oramai tradizione! Vuoi il mini-colosseo? C'è! Il carretto siculo ocn la frutta a grandezza naturale e l'asino che sembra un cane mal riuscito? C'è-issimo! Il top sono i souvenir religiosi: piccole grotte di cristallo con madonnine e santi vari, chiese chiesette e chiesine varie... ok praticamente una galleria degli orrori!

Risposta
Raffaella
25/7/2015 10:33:20 am

Ciao Fabio! Guarda sono qui nel mio ufficio che sto ultimando le ultime cose e se alzo lo sguardo trovo in ordine sparso: un alce comprata in Canada con brillanti Swarovski, un matitone di Skiatos, una ciotola kenyota, una macchina anni 50 comprata all'Havana, un paio di occhiali 3D presi a Berlino, un portachiavi dominicano, due zoccolette olandesi, una matita col draghetto di Gardaland, un magnete di Las Vegas, un tubo con la sabbia del mare di Mauritius, la pallina gialla fosfo degli US Open rubata a Melbourne. Tutto tremendamente utile. A volte basta guardarmi intorno e da un souvenir traggo ispirazione per un viaggio da proporre ad un cliente!
Denaro speso proprio bene, un investimento!

Risposta
Anthony link
29/12/2020 02:01:24 pm

This is awessome

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    Raffaella Giordano
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    Travel planner, direttore tecnico del Tour Operator & agenzia di viaggi Insite Tours, psicologa, guida turistica, curiosa viaggiatrice, travel storyteller.

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ATL Langhe e Roero
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Immagini di: Alessandro Giamello, Palo Masteghin, D. Dutto, E. Cicchetti, J. Cubertini, M.Hofmeyer, S. Spadoni,  Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba (www.fieradeltartufo.org), Marco Dalmasso, Kalatà, northiceland.is, Comunità Montana Valle Stura.
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